Tequila e Mezcal

Tequila e mezcal rappresentano due distillati che incarnano la cultura e l’anima del Messico. Pur essendo spesso associati uno all’altro e a volte confusi, hanno caratteristiche distinte che li rendono unici nel loro genere.

Tequila, la più nota a livello internazionale, è un distillato che si ottiene dalla fermentazione e successiva distillazione della linfa (conosciuta come aguamiel) dell’agave blu, specificamente l’Agave tequilana Weber. La produzione della tequila è rigidamente circoscritta alle leggi e regolamenti messicani, che dictano sia la zona geografica di produzione, prevalentemente nello stato di Jalisco, sia i metodi di elaborazione. Essa deve essere prodotta in Messico e contiene almeno il 51% di agave blu, anche se le varietà premium raggiungono la purezza del 100%.

La tequila si divide in varie categorie a seconda della sua maturazione: Blanco o Silver, non invecchiata e imbottigliata subito dopo la distillazione; Reposado, invecchiata in botti di legno per un periodo compreso tra i due mesi e un anno; Añejo, maturata per un periodo che va dai dodici ai trentasei mesi; e Extra Añejo, una categoria relativamente nuova introdotta nel 2006, che rappresenta prodotti invecchiati oltre tre anni.

Tradizionalmente, la tequila viene servita in caballito, un piccolo bicchiere spesso accompagnato da sale e una fetta di limone, seguendo un rituale che prevede di leccare il sale, bere il liquore e infine mordere il limone. Tuttavia, gli intenditori preferiscono degustarla lentamente per apprezzarne appieno il sapore.

Cornelius Aveling, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Mezcal, d’altra parte, offre un’esperienza diversa. Mentre la tequila è limitata all’uso di un’unica specie di agave, il mezcal può essere prodotto da oltre trenta tipi differenti di agave, tra cui l’Agave espadin che è la più comune. Questa diversità permette una vasta gamma di sapori e profumi. Oltre a ciò, la zona di produzione del mezcal è più ampia e comprende vari stati, tra cui Oaxaca, dove si produce la maggior parte del mezcal.

La distinzione più significativa nel sapore tra tequila e mezcal deriva dal processo di cottura dell’agave: per il mezcal, gli “cuori” d’agave, noti come piñas, sono fumati in fosse sotterranee prima della fermentazione, dandogli un gusto affumicato distintivo che è spesso descritto come terroso o simile al whisky torbato. Invece, per la tequila, l’agave viene spesso cotta in forni a vapore industriali o autoclavi, dando alla tequila un sapore più pulito e meno complesso.

Il mezcal viene generalmente bevuto a temperatura ambiente, spesso offerto in una copita o in una jicarita, piccoli bicchieri fatti spesso di argilla per enfatizzare i suoi aromi. Non si avvale dello stesso rituale di sale e limone della tequila, poiché l’accento è posto sulla degustazione del suo ricco bouquet aromatico.

Entrambi i distillati sono strettamente legati alla cultura messicana e al paesaggio da cui provengono, e si dice che il metodo di produzione sia rimasto prevalentemente inalterato per secoli. Sono l’incarnazione non solo di sapori unici, ma anche di metodi agricoli antichi. Le piante di agave impiegano tra i 7 e i 30 anni per maturare prima di poter essere raccolte per la produzione di alcol, rendendo le pratiche di produzione tessiture di pazienza e dedizione.

Oltre al consumo puro, sia la tequila che il mezcal hanno trovato largo impiego nel mondo dei cocktail: la tequila è la stella di bevande tra le più famose al mondo, come la Margarita o il Tequila Sunrise, mentre il mezcal è apprezzato per la sua capacità di aggiungere profondità e un tocco affumicato a miscele più complesse e sfaccettate.

Mezcal bottles

ProtoplasmaKid, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons